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La ballata del partigiano

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 melissa - 16/08/2011 22:07:00 [ leggi altri commenti di melissa » ]

Straordinaria. Mi è piaciuto molto il gioco di parole che hai creato con il nome di battaglia vento e la raffica di proiettili/vento.
Mi hai fatta letteralmente partecipare al triste assassinio. Ma lui non è una vittima. Nella tua poesia si avverte che è un eroe, e la natura si amalgama alla sua vita e alla sua morte. La vita nella morte e la morte nella vita. Questo è ciò che ho provato. Grazie

 Fiammetta Lucattini - 26/05/2011 20:48:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Riesco a commentarti solo ora e, affascinata da Vento, attendo nuovi eroi. Bella lirica.

 Luca Soldati - 07/05/2011 09:45:00 [ leggi altri commenti di Luca Soldati » ]

A Loredana: grazie per la tua generosità!

A Maria: grazie a te nella speranza che tu abbia ragione.

A Alessandro: carissimo cugino acquisito è nelle tue vene in quelle di tuo padre e di tuo zio (suo fratello), in quelle di tuo figlio, di tuo fratello (che ne porta il nome)in quelle di mia moglie e di sua sorella che scorre il sangue di Vento! Ma quando scrivi "nostro nonno" esprimi una verità sostanziale (che mi onora e inorgoglisce) perchè di fatto lo sento anche un po’ mio e non solo perchè sono entrato a far parte della vostra famiglia, ma per ragioni ideali profonde, le stesse che mi portano a dire che Almo Ferrari - come tutti i suoi compagni - è, o dovrebbe essere (in questo nostro disastrato Paese il condizionale e d’obbligo) - il nonnno di tutti coloro che condividono gli ideali di libertà e giustizia sociale per i quali egli ha sacrificato la vita. Detto questo, però, mi preme fare altre considerazioni. Da quanto ho potuto apprendere dai racconti di tuo zio che, benchè all’eopca dei fatti avesse solo sei anni conserva ricordi cristallini, la resistenza è stata - per quanto ne possa dire la vulgata - un fenomeno d’elite e il fascismo, per contro, un fenomeno di massa! L’Italia era profondamente fascista ben al di là del manganello e dell’olio di ricino e lo è rimasta per molto moltissimo tempo (fino alle forme striscianti - e per questo più pericolose - di oggi) come dimostrano i ritratti del duce e del re appesi nelle scuole ancora dopo gli anni 50. Le strutture approntate dalla "carità cristiana" nel dopoguerra che avrebbero dovuto accogliere gli orfani erano capeggiate da suore e preti che definivano i figli dei partigiani "figli di banditi". Queste sono cose raccapriccianti e ignobili che si è preferito dimenticare! Infine un’ultima riflessione: se è vero che i morti sono tutti uguali (mi riferisco ad alcune recenti proposte mirate ad equiparare i partigiani ai ragazzi di Salò)e che tutte le vittime della guerra civile sono degne di pietas, non deve essere per questo annullata la differenza sostanziale delle due cause per cui si combatteva e moriva; questo non può e non deve essere dimentcato!

 Alessandro Ferrari - 07/05/2011 00:02:00 [ leggi altri commenti di Alessandro Ferrari » ]

Onore al nostro nonno partigiano, morto per ideali che questa nazione ha dimenticato. La sua assenza ha segnato tutta la nostra vita.
Lode a te Luca per il componimento fiero.

 Maria Musik - 06/05/2011 21:46:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Questa è storia, quella che ci tramandano le ballate, quella che la voce, umana e dignitosa, ci narra. Questo sangue, versato per la libertà, non si rapprende, il sorriso non si spegne.
Grazie di aver condiviso con noi.

 Loredana Savelli - 06/05/2011 14:59:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Bellissima!! Formalmente perfetta, e si sente anche la fierezza che fu di Vento e intatta è trasmigrata fino a te.
Un caro saluto.

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